venerdì 5 ottobre 2012

Prima fase: negare tutto #2

Dov'eravamo?

Ah già!

La bambola assassina. Si alla fine non l'ho visto. Diciamo che dopo i primi 10 minuti la trama si era ormai conclusa tranne la fine. Beh non avevo proprio tantissima voglia.

Però. A parte gli scherzi. Riprendiamo da dove eravamo rimasti!

Dicevamo...

Seguì il mio primo tirocinio del secondo anno. Ero in Medicina 11, una specie di garage della vecchiaia. Era molto probabile che chi entrava raramente uscisse da lì con le sue gambe. Tutto sommato è stato comunque un tirocinio decisamente divertente.

La paura di sangue o aghi ancora non si sentiva. Anzi, posso affermare che c'è stato un periodo di stasi. Qualche sensazione di disagio ma niente di preoccupante. Ammetto che questo mi ha provocato una forte sensazione di coraggio e sicurezza. Pur essendo a contatto con invasività seppur minime ero in grado di prendermi cura di me e trattenere eventuali "bollenti spiriti".

Un giorno però accadde un avvenimento che di primo impatto non ha importanza ma spiegherò più avanti il perché.

Assistemmo a una puntura esplorativa all'addome su un signore relativamente giovane affetto da versamento di liquido ascitico (ASCITE). Insomma. Io e i miei colleghi tirocinanti assistemmo ad una commedia che potremmo definire: COSE DA NON FARE IN UNA LAPAROCENTESI!

Guanti sterili indossati senza procedura asettica, aghi maneggiati con sicurezza tutt'altro che totale. Insomma, una procedura non del tutto idonea.

Lì per lì non provai né disgusto né altro. Assolutamente zero. Ma di questo, parlerò un'altra volta.

Superato questo tirocinio che seppur divertente è stato decisamente piatto e povero di stimoli, mi attendeva il secondo tirocinio: reparto di patologia neonatale.

Uscito da Medicina 11 ebbi la sicurezza  di ciò che andavo a fare. Non avevo paura di ciò che potevo incontrare. Insomma, ero un po' emozionato all'idea di avere a che fare con dei neonati.

Ed è qui che accadde.

Di nuovo.

...Al prossimo post! =)

mercoledì 3 ottobre 2012

Prima fase, negare tutto! #1

Come è iniziato il tutto.


Beh, tanto per cambiare non è assolutamente una cosa che è nata così a caso. Anzi. Diciamo che pur essendone consapevole, non ho mai voluto accettarlo. Magari vedevo l'ago o il sangue ma non mi dava particolarmente fastidio.

Al mio primo prelievo presi la vena al primo colpo senza tremolii ne nulla! Fu una vittoria!

Poi cominciarono i primi cedimenti. Al primo impatto difficilmente riuscivo a guardare subito. Dovevo aspettare un attimo e poi osservare tranquillamente.

Accadde poi che un signore (ricordo perfettamente tutto pur essendo passato un anno), avendo il catetere vescicale, aveva una piccola escoriazione sulla punta del pene; dovuta probabilmente alla trazione del presidio.

Stavo facendo la mia prima igiene totale. Il mio terrore della facoltà. Guardai la mia tutor e le dissi: "Mi scusi, devo uscire un attimo. - Devi uscire? - Si. - Ok, vai pure." Aveva capito perfettamente. Molto severa quanto intelligente. Feci in tempo a raggiungere la sala infermieri, sedermi, raccontare il mio malore ad un paio di colleghi e...buio. Mi ritrovai a gambe all'aria con il ventilatore che girava sopra di me, chiedendomi come fosse possibile visto che due secondi prima ero seduto sulla sedia. Capii tutto.

Nonostante tutto però negai a me stesso la possibilità di una fobia, insomma era pur sempre la prima volta che succedeva e mai riuscivo a immaginare cosa potesse succedere in futuro. 

Più avanti l'approccio con il sangue si fece sempre più simile all'abitudine, e passò in secondo piano. Niente di che insomma.

Ma notai (sfruttando il principio delle associazioni libere lo scrivo ORA perché mi è venuto in mente ORA) che nonostante il sangue che in ben altre occasioni ho visto, quel che più mi impressionava era il sangue proveniente o collegato al pene di questo signore (non è banale questa cosa, vedremo poi più avanti perché).

Perché mi faceva impressione proprio QUEL sangue, eppure in una chirurgia generale addominale posa potevo aspettarmi se non sangue a litri?

La sensazione che più evocava quelle sensazione era il disgusto nel vedere o immaginare lo SGORGARE del sangue. Non chiedetemi perché, ora non ho risposta a ciò.

La situazione sembrava però sedata, niente più mancamenti, niente più svenimenti. Sembrava superata. Tutto andava per il meglio.

Presi la mia valutazione positiva di 26/30 e intrapresi gli esami con successo.

Negavo tutto. O meglio, rifiutavo, insomma per quale motivo potevo pensare che fosse qualcosa di grave?

Seguirono poi il II anno in cui sono previsti 3 tirocini pratici.

CONTINUERO' IN SEGUITO! ;)

(Devo creare la suspance no? ;)  No beh sto guardando La Bambola Assassina xD)

Ciao a tutti! =)

lunedì 1 ottobre 2012

Ematofobia

Fobìa    [fo'bia] 1 - Paura e avversione morbosa per determinati oggetti o situazioni


L'emofobia, in particolare, è una nevrosi che porta chi ne è soggetto a provare una repulsione eccessiva per il sangue. Deriva dal greco aima (sangue) e phobos (paura).


Ebbene si, questo è l'argomento. Inusuale per un blog specie come primo titolo. No?

In quanti ne soffrono? Con che grado? Con che metodo si esce?

Negli individui con fobia del sangue si ha una tipica risposta in due tempi allo stimolo fobico: dopo un fugace incremento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, 

Se la vista del sangue perdura abbastanza a lungo (più di 3-4 minuti) compare una marcata reazione neurovegetativa, accompagnata da nausea, sudorazione, pallore, tremore, sensazione di svenimento.

Avete cercato su internet? Avete letto articoli su articoli? Avete chiesto al santone di turno?

Bene, scommetto che risponderò in breve dicendo ciò che avete scoperto in una parola sola: NIENTE!

Vero? No? Beh, di sicuro non avrete trovato COME si esce da questo tunnel.

Perché? La risposta è semplice, ma per comprenderla andiamo un passo indietro.


La fobia è la MANIFESTAZIONE conscia di un QUALCOSA (spiegherò dopo cosa) INCONSCIO che probabilmente vi ha "turbato", solitamente, nell'infanzia e che soprattutto avete RIMOSSO. 

Mi spiego meglio.

La fobia nasce spesso da un TRAUMA; esso non è che il frutto di un elaborazione psichica che porta ad una serie di associazioni mentali che hanno come conseguenza la manifestazione della fobia per rievocazione del trauma stesso.

In parole povere, quando state male, vuol dire che le sensazioni che avete vissuto all'epoca quando avete subìto il trauma si stanno facendo sentire.

Come funziona la RIMOZIONE di una fobia?

No gente, nessuna pillolina o metodo efficace. I fautori della PNL o comportamentisti-cognitivisti possono aiutare a togliere I SINTOMI ma purtroppo non a lungo termine.

L'unico vero ed efficace metodo sono sedute di tipo PSICO-ANALITICO di stampo per l'appunto freudiano.

Con questo processo di analisi sfruttiamo lo stesso meccanismo per il quale si è formata la fobia per eliminarla.

Ma, c'è un ma. Non è una cosa che avviene in un lampo, tantissime dinamiche di tipo psico-fisiologico influenzano l'andamento dell'analisi.

Quindi per eliminare la fobia occorre un percorso PSICANALITICO che ci aiuta a conoscere noi stessi e, per transitività, la causa scatenante (il trauma) della fobia e quindi assoceremo tutti gli avvenimenti RIVIVENDO IL TRAUMA rimosso e quindi risolvendo tutto il pasticcio.

Risultato? NIENTE PIU' FOBIA!

Una cosa che non tutti sanno, specie perché purtroppo ogni fobia è UNICA e irripetibile.

Per farla semplice, una persona potrebbe avere la fobia del sangue perché da piccolo, per qualche incredibile e assurda associazione mentale, la testa di un pesce viene vista come un TRAUMA. Tale avvenimento viene rimosso per meccanismo di autodifesa inconscio e dimenticato. MA, ecco che appena vediamo una goccia di sangue sveniamo, e magari con le varie sedute psicanalitiche si viene a sapere che quella testa di un pesce ha portato tutto questo guazzabuglio.

Vai a capire come funziona l'inconscio di ogni persona.

Ma vi chiederete chi sono in merito per conoscere queste cose.

Sono un semplice ragazzo di 22 anni che, sfortuna delle sfortune, ha la fobia del sangue. E sapete la beffa oltre il danno? SONO UNO STUDENTE INFERMIERE!

Scrivo questo blog nella speranza che tante persone affette come me da questa fobia possano capire o avere ispirazione sulla risoluzione di questo problema molto avvilente per chi ne soffre, specie se occorre starci in stretto e obbligato contatto.

Sono in analisi da circa 5 mesi da un professionista che stimo come persona e come analista. Se occorre lo consiglio di gran lunga a chi abita nelle mie vicinanze.

Posterò più avanti un breve resoconto dell'analisi per render partecipe le persone del percorso che sto facendo e che possa essere di sprono per intraprenderlo a loro volta.

Scusate la poca chiarezza nei dettagli. Spero di essere stato comunque utile!

CIAO A TUTTI!